L’articolo 6 della legge delega in discussione prevede un nuovo sistema di mappatura degli immobili con nuovi strumenti per Comuni e Agenzia delle Entrate. Lo scopo è quello di “aggiornare” le mappe catastali, rendendole rispondenti alla realtà.

L’intenzione dichiarata dal Governo è quella di fare emergere gli immobili e i terreni non censiti (1,2 milioni) e quelli accatastati ma che non figurano nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti (2,1 milioni) per i quali i proprietari non pagano tasse.

L’impatto della riforma non andrebbe a produrre ripercussioni fiscali dirette. Ad essere “interessati” dalla riforma, tuttavia, sarebbero 39 milioni le persone fisiche e 1,5 milioni quelle giuridiche.

La delega punta su strumenti e modelli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle Entrate e i competenti uffici dei Comuni, oltre alla rendita catastale anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato che tengono conto dei costi di manutenzione e conservazione.

La superficie degli immobili residenziali quindi, non sarebbe più calcolata ed espressa in vani catastali, ma in metri quadri e con una nuova classificazione degli edifici che con la riforma saranno distinti tra “ordinari” e “speciali”.

I nuovi dati catastali verranno resi disponibili “a decorrere dal 1° gennaio 2026“. Quindi prima di quella data resta tutto invariato.

Non ci sarà un aumento delle tasse” – sostiene il Premier Draghi- “l’azione è seguire il negoziato con la Commissione europea sui fondi del Recovery“. “La riforma del catasto non è una patrimoniale… non ci sarà un aumento del carico fiscale sulle case degli italiani“, continua Draghi, si tratta di “un’operazione di trasparenza, dura 5 anni e sulle tasse una decisione ci sarà nel 2026”.

Si chiarisce, inoltre, che eventuali effetti finanziari che andrebbero ad aumentare gli oneri di spesa, potranno essere quantificati solamente in un secondo momento, attraverso la “predisposizione dei decreti delegati”.

La nuova mappatura degli immobili non potrà servire né per finalità fiscali, né per il computo del valore della situazione economica, né in ogni caso per incrementare il gettito fiscale almeno fino al 2026.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here